Chi di noi non sogna di navigare in tutta sicurezza, godendosi il mare senza pensieri? Ma cosa succede se l’imbarcazione appena acquistata si rivela un pericolo galleggiante? È esattamente quello che è accaduto ai protagonisti di una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26487/2024), che ha fatto luce su un caso eclatante di difetti costruttivi in un’imbarcazione venduta in Italia.
Il caso: una barca nuova… ma pericolosa!
Due diportisti italiani hanno acquistato in leasing un’imbarcazione prodotta da un cantiere olandese, convinti di aver trovato il mezzo perfetto per solcare i mari. Tuttavia, sin dal primo utilizzo, sono emersi problemi gravi: la chiglia non aveva le saldature a norma, l’apparato motore non rispettava le normative europee e persino la documentazione risultava irregolare.
Il verdetto delle autorità? L’imbarcazione è stata dichiarata non conforme e pericolosa per la navigazione, tanto da essere messa sotto sequestro per rischio naufragio. In poche parole, una truffa nautica con potenziali conseguenze drammatiche.
La battaglia legale: tra responsabilità e diritti
I proprietari, impossibilitati a usare la loro barca e costretti a pagare le spese di mantenimento in porto, hanno intrapreso un’azione legale per far valere i propri diritti. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte d’Appello di Ancona ha stabilito che i difetti costruttivi rappresentavano un caso di “aliud pro alio”, ovvero una vendita di un bene completamente diverso da quello pattuito. Tuttavia, la battaglia non si è fermata qui.
I diportisti hanno fatto ricorso in Cassazione, chiedendo l’annullamento del contratto di vendita e leasing, sostenendo che la violazione delle norme di sicurezza non era solo una questione contrattuale, ma un problema di ordine pubblico e sicurezza della navigazione.
La decisione della Cassazione: una vittoria per i diportisti!
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che le norme sulla sicurezza nautica sono a tutela di un interesse generale e che la vendita di un’imbarcazione pericolosa non è solo un inadempimento contrattuale, ma un atto illegale e nullo. In altre parole, un’imbarcazione non conforme ai requisiti CE non può essere venduta e il contratto di acquisto va considerato nullo.
Cosa significa per i diportisti?
Questa sentenza segna un punto importante per tutti gli amanti della nautica:
Questo caso è un monito per tutti i diportisti: il mare è il nostro paradiso, ma la sicurezza deve venire prima di tutto. Se avete dubbi sulla vostra imbarcazione, non esitate a consultare esperti del settore. Meglio prevenire che trovarsi con una barca sequestrata e un mare di problemi legali!
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